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Natascia Astolfi per Paolo Cevoli

Fundraiser del Fondo Capriole-Capolavori
Da lavoro a capolavoro

“Aiutatemi, non ho voglia di lavorare”. Leggere questa frase su un cartello con cui un senzatetto chiedeva l’elemosina fa venire a Paolo Cevoli, l’idea: sostenere progetti che favoriscano una cultura positiva del lavoro, inteso non come dovere ma come possibilità di realizzazione e di felicità. Nasce così il Fondo Capriole-Capolavori, a sostegno delle attività di cinque organizzazioni non profit care a Cevoli, noto comico e attore italiano, e impegnate nel campo del lavoro. Se inizialmente la narrativa è stata quella delle “capriole”, ossia del racconto di storie di uomini e donne caduti ma che sono stati in grado di rialzarsi e dare nuova energia alla propria vita, l’approfondimento sul tema lavorativo vuole sottolineare la possibilità di creare veri e propri capolavori, grazie all’impegno con la realtà professionale.

“La scelta di appoggiarsi a Fondazione Italia per il Dono risponde alla necessità di proporsi ai donatori con un partner affidabile, che garantisca un uso trasparente dei fondi e agevolazioni fiscali, tutte cose che una persona fisica non può offrire. E che neanche la creazione di una Fondazione saprebbe fornire con la stessa velocità, flessibilità, semplicità di utilizzo e con costi ridotti, in modo che le donazioni possano andare in via praticamente esclusiva ai progetti”, spiega Natascia Astolfi, fundraiser.

“La collaborazione del Fondo Capriole-Capolavori con F.I.Do è particolarmente attraente per le aziende che desiderano sostenere il progetto di Paolo, perchè trovano in questo Fondo tutti i benefici che cercano per i propri progetti filantropici”. Non solo. Lavorare con un ente filantropico permette di far partire progetti “pilota”, da testare e, nel caso, cambiare in corsa e migliorare per meglio rispondere – con una capriola – alle esigenze che si manifestano. 

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